L' altra sera discutevo con due amici buddisti in merito al fatto che il buddismo visto da me e dalle
mie poche conoscenze a riguardo non è una religione ma piuttosto una dottrina filosofica e spirituale.
Ecco cosa dice Wikipedia a riguardo:
l
buddhismo o piu comunemente detto
buddismo [2] (
sanscrito:
buddha-śāsana) è una
delle
religioni[3][4] più antiche e più diffuse al mondo. Originato dagli insegnamenti dell'asceta itinerante
Con il termine buddhismo si indica quindi quell'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e
tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si
sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato
[5][6].
Sorto nel VI-V secolo a.C. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina
filosofica e, secondo alcuni autori, di religione "ateistica"
[7], intendendo con quest'ultimo termine non la
negazione dell'esistenza degli dèi (deva), quanto piuttosto il fatto che la devozione ad essi, fatto
comunque considerato positivo, non condurrebbe alla liberazione ultima.
Con tale definizione potremmo convenire ,io e voi folli lettori,che probabilmente avevamo ragione
entrambi cioe' sia io sia i miei due amici.
il punto però è un altro:ma che cos'e''' la religione?
Attenendoci sempre a cio' che dice Wikipedia ecco il risultato:
La religione è quell'insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l'essere umano, o una comunità,
nell'esperienza di ciò che viene considerato
sacro, in modo speciale con la
divinità, oppure è
quell'insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell'insieme, entrano a far parte di un
determinato
culto religioso
[1]. Va tenuto presente che «il concetto di religione non è definibile
astrattamente, cioè al di fuori di una posizione culturale storicamente determinata e di un riferimento a
determinate formazioni storiche».
[2]
« Etimologicamente, religio non deriva da religare ('legarsi faccia a faccia con gli dèi'): questa interpretazione, di fonte cristiana (Lattanzio), fu attribuita agli antichi, ma sulla base del nuovo culto monoteistico. »
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(Enrico Montanari. Roma. Il concetto di "religio" a Roma. In Dizionario delle religioni (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, pag.642) |
Quindi, per Enrico Montanari, l'origine del termine "religione" è da ricercarsi nella coppia dei
termini
religere/relegere intesi come "raccogliere nuovamente", "rileggere"
[11]osservare "con scrupolo e
coscienziosità l'esecuzione di un atto"
[12] e quindi eseguire con attenzione l'"atto religioso". Furono i
I primi Teologi cristiani, nel IV secolo, a rovesciare il significato originario del termine per collegarlo al nuovo credo
[13].
« Possiamo quindi intendere la definizione del giurista Masurio Sabino: religiosum est, quod propter sanctitatem aliquam remotum ac sepositum a nobis est. Ecco precisamente in che cosa consiste il sacro. Usargli sempre debiti riguardi: è questo l'elemento principale della relazione fra l'uomo e lo straordinario. L'etimologia più verosimile fa derivare la parola religio da relegere, osservare, stare attenti; homo religiosus è il contrario di homo negligens. »
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(Gerardus van der Leeuw. Phanomenologie der Religion (1933). In italiano: Gerardus van der Leeuw. Fenomenologia della religione. Torino, Boringhieri, 2002, pag.30) |
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(Julien Ries. Le origini, le religioni. Milano, Jaca Book, 1992, pagg.7-23) |
Da un punto di vista
storico-religioso la "nozione" di "religione" è collegata al suo esprimersi storico:
« Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della storia delle religioni e della scienza della religione, ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. [...] Considerata questa prospettiva, la definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire in modo provvisorio, come work in progress, che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali. »
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(Giovanni Filoramo. Religione in Dizionario delle religioni (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, pag.620) |
Da un punto di vista
antropologico-religioso la "religione" corrisponde al suo modo peculiare di manifestarsi nella cultura:
« Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento »
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(Enrico Comba. Antropologia delle religioni. Un'introduzione. Bari, Laterza, 2008, pag.3) |
« Non è dunque possibile stabilire un criterio assoluto per distinguere i sistemi religiosi da quelli non religiosi nel vasto repertorio delle culture umane »
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(Enrico Comba. Op.cit. pag.28) |
« come forma specifica della cultura umana, ovunque presente nella storia e nella geografia, è un fenomeno estremamente complesso, che va studiato con molteplici procedure, mano a mano che queste ci vengono offerte dal progresso degli studi delle scienze umane, senza pretendere di dire mai in proposito l'ultima parola, come accade per un lavoro che sia costantemente in corso d'opera. »
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(Carlo Tullio Altan e Marcello Massenzio. Religioni Simboli Società: Sul fondamento dell'esperienza religiosa. Milano, Feltrinelli, 1998, pagg. 71-2) |
Sempre seguendo tali ragionamenti secondo il mio punto di vista la religione non è un insieme di
.credenze,riti e dogmi ma piuttosto una "presa di coscienza" dell'esistenza di una o più entità "superiori"
.
Ho sempre criticato sia su questo folle blog che altrove l'istituzionalizzazione della fede e della
religione in quanto ritengo che una persona non ha gli strumenti per comprendere qualcosa che va
oltre i suoi limiti.
In tal senso mi sono chiesto(da credente)se Dio fosse statico o dinamico.la domanda potrebbe
sembrare stupida ma provate ad immaginare un entita perfetta,onnisciente e onnipotente.Secondo voi
non dovrebbe essere statica?eppure io credo nella dinamicita' di Dio nel senso che muta ed evolve
anch'essa nel tempo.Difficile da comprendere e ancor più da spiegare ma se si intravedesse un
barlume di luce nel buio di questo ragionamento si comprenderebbe che la dinamicità di Dio ben si
sposerebbe con il concetto di libero arbitrio tant'e' che seppur piccoli ,noi esseri umani abbiamo gli
strumenti e la forza per modificare la realtà circostante ed è per questo che Dio deve continuamente evolversi.
Non voglio convincere chi è ateo dell'esistenza di un Dio ma bisogna riconoscere che anche un ateo
ha un Dio.Questo Dio si chiama scienza e per me la scienza è un ordine nel caos e , probabilmente
esiste qualcosa di infinitamente grande e potente che ha creato quest'ordine altrimenti sarebbe caos
senza ordine.Se ad esempio per semplificare mettiamo zucchero nel caffè sappiamo per certo che il
caffè sarà dolce e lo sarà tutte le volte che metteremo lo zucchero nel caffe'.Se viceversa non ci fosse
un ordine nel caos il caffe' con l'aggiunta di zucchero potrebbe avere un gusto a volte dolce altre
salato altre diverso ancora.io credo che anche la scienza sia stata creata da entità superiori per dare
un senso alle cose e, del resto,io non credo ne' al caso nnè alle coincidenze.Tutto accade per una
ragione e come diceva einsten:Dio non gioca a dadi con l'universo.
Io non credo che la soluzione sarebbe l'abolizione delle religioni ne' tantomeno una religione unica in
tutto il globo anzi io credo che ognuno di noi pur non conoscendo,ovviamente,tutte le religioni
passate e presenti,possa avere la facoltà di "avvicinarsi"alla divinità.Che poi la si voglia chiamare
santità .illuminazione etc è solo una questione di denominazione.Per me potrebbero coesistere anche
tante religioni quante sono le persone sulla terra fermorestando che gli insegnamenti del
passato(in particolare siii pensi ai dieci comandamenti o a quello che viene definito l'undicesimo
comandamento di gesù che diceva:ama il tuo prossimo,amatevi come se foste tutti fratelli e
sorelle)devono essere ben presenti anche se costantemente sottoposti a revisione.
Per concludere come dicevo prima la religione è una presa di coscienza di un entità o più entità
superiori e chi agisce secondo coscienza può senza dubbio considerarsi una persona
religiosa.Ricordatevi pero' che per quanto religiosi possiamo essere , noi esseri umani siamo
piccoli,ma proprio piccoli.